MARRACASH Forum

Biografia scritta da Emmanuele Bianco

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ZioMarra_
view post Posted on 11/10/2010, 22:38




" Ehy Vins, la conosci la storia del tizio che cade da un palazzo di cinquanta piani?
Mmh.
E a ogni piano, per farsi coraggio, si ripete: fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene.
Mmh mmh. La conosco sì, ma non c’era un rabbino?
Sembriamo noi e lo sprofondo dove siamo: fino a qui tutto bene. Ma il problema non è la caduta, è l’atterraggio.
La Haine (L’odio)
di Mathieu Kassovitz
Ma l’interessante è il percorso, aggiunge Marracash, che torna con un nuovo album dopo due anni dal successo dell’omonimo disco d’oro. Fino a qui tutto bene, seconda tappa del percorso artistico per il rapper del quartiere Barona, Milano. Quando l’esordio di un artista ha avuto una consacrazione come quella di Marracash, capita che la seconda opera soffra un po’ l’ansia da prestazione, che in qualche modo sia un po’ buttata lì, a far parlare ancora di sé, cavalcando l’onda. Con questo nuovo album Marracash imprime una tale intensità a quell’onda, come una spinta propulsiva incontrollabile, che a cavalcarla senza conoscerne gli inganni si rischia di farsi male. Fino a qui tutto bene è un mantra all’interno dell’album, ricorre nelle liriche e nei momenti di narrazione che fanno da intro e inframezzano alcuni pezzi. Erano in molti ad aspettarlo al varco, invece Marracash rimane quello che è: un poeta formidabile capace di plasmare con la sua arte le emozioni più ricche. Non esistono artisti veri, ma solo persone vere. Fabio è la persona vera che starnutisce addosso a Marracash, l’artista, quello che la gente conosce, ciascuno a modo suo, come meglio crede, nella proprio testa, i bacilli della verità. Dirsi le cose in faccia non è all’ordine del giorno, ma c’è un luogo nel quale questo avviene con più naturalezza: la strada. Dirsi la verità, oggi come oggi, assomiglia a un tradimento. Quasi una forma virale, la schiettezza. Per questo i testi di Marracash arrivano dritti al cuore, come un virus forzano i codici d’accesso del perbenismo e del garbo politico. Marracash si conferma hacker della lingua italiana, arriva ovunque ci sia la possibilità di far passare un concetto, di mostrare un’immagine con l’hip hop: s’intrufola, s’insinua, si districa, scivola con le parole incastrando un verso dietro l’altro, con una potenza comunicativa illimitata. Alcuni versi sono veri e propri tesori, concepiti dal genio e partoriti dal paradosso. Con questo nuovo album Marracash si pone nell’esatto baricentro di un pensiero elementare: l’essere umano esige amore, dedizione, serenità, giustizia ma, a conti fatti, può crescere nonostante la negazione di tutte queste necessità. Si va avanti, cercando di lanciare segnali intermittenti della propria presenza. In questo senso i giovani di strada, come Marracash, hanno un modo d’intendere la vita assimilabile per certi aspetti ai vecchi di paese: parlare di cose vissute sulla propria pelle e portare sempre un po’ di sana diffidenza. E andare avanti, con cautela, stando all’erta, ripetendosi: fino a qui tutto bene. Si va avanti pretendendo rispetto, girando in solitaria come un cane pazzo. Si va avanti digerendo gli avvicendamenti di una società che diventa ogni giorno più sterile, più impotente, più rammollita, più spenta, più tecnologica, più fottuta. Ma si va avanti, anche se si sta tornando indietro. E a ogni passettino, che stordisce come una conquista preziosa, ci si ripete, per farsi coraggio: fino a qui tutto bene, fino a qui tutto bene. Marracash intercetta lo stato d’animo di un Paese in caduta libera, somma la sua anima a una moltitudine di anime e incide questo album, come se tendesse la mano a quel Paese, a quella moltitudine in picchiata verso l’ignoto. Mano nella mano a ripetersi: fino a qui tutto bene. Riesce a farlo perché ha una qualità bellissima, che dovrebbe essere quella di ogni artista sincero con se stesso: Marracash vede il vero dove la gente vede il buio. Scrive i suoi pezzi come se fosse un direttore della fotografia. Sa come illuminare il buio per rendere accessibile il vero. Senza bruciare nessuna retina, senza accecare nessuno, ma dosando la quantità di luce per ogni singola verità, in modo che il riverbero arrivi dentro e l’ascoltatore scopra di avere un cuore più luminoso, senza quasi accorgersene. La forza di questo album, inoltre, non è solo nell’avanguardia dei testi, ma anche nelle basi intense di Deleterio e Don Joe, con collaborazioni importanti: Crookers, The Bloody Beetroots e The Buildzer. Il risultato è un disco mosso, cadenzato, che suona molto spesso come un popolo in marcia che fa tremare il mondo. Basi che potrebbero fare da colonna sonora a un celato e potentissimo esercito della resistenza, di un popolo che resiste: fino a qui tutto bene. Sono basi che infondono coraggio, che squarceranno un bel po’ di casse per tutto il territorio nazionale, perché quando gli inascoltati trovano una voce che li rappresenta pretendono tutto il volume disponibile, e un po’ di più. Come nel caso, ad esempio, del pezzo che dà il nome all’album, Fino a qui tutto bene, che ha un crescendo impeccabile in un connubio mistico di musica e testo, quasi che il poeta e il menestrello fossero andati a strappare batticuori e turbamenti in luoghi che tutti conoscono, ma dove solo sciamani possono arrivare. Decisamente il brano migliore di un album vario, consapevole e ironico.
Fabio Rizzo nasce a Milano nel 1979. Marracash nasce nella seconda metà degli anni 90, al Muretto di San Babila, storico luogo d’aggregazione della cultura hip hop milanese, entrando successivamente a far parte della crew: Dogo Gang. Il primo singolo di Marracash si chiama “Popolare”, anticipa il primo mixtape Roccia Music Volume 1, e risale al 2005. Da quel momento in avanti la storia di Marracash è una storia di successi e popolarità culminata con la firma presso la casa discografica Universal Music e sublimata con l’uscita dell’album “Marracash”, disco d’oro, che lo ha portato sui palchi di tutta Italia. Il video del singolo “Badabum Cha Cha” conta sul canale youtube la cifra record di quasi tre milioni di visualizzazioni, il video “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno, per capirci, sta a quasi due milioni. Dal 2008 Marracash è uno dei punti di riferimento dell’hip hop mainstream, pur conservando un’identità precisa, che lo colloca nella corrente degli illuminati. Negli anni Marracash ha collaborato, tra gli altri, con: Bloody Beetroots, Fabri Fibra, Crookers, Club Dogo, J Ax, Noyz Narcos, Co'sang. " <3
 
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